Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16556 del 3 maggio 2005

ECLI:IT:CASS:2005:16556PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo riconosciuto dall'ordinamento, trova un limite nel principio di continenza, per cui le espressioni utilizzate non devono eccedere la finalità di denunciare un comportamento ritenuto scorretto. Pertanto, qualora le espressioni impiegate, pur riferite a un preteso inadempimento contrattuale, risultino offensive dell'onore, del decoro e della reputazione del destinatario, integrando i reati di ingiuria e diffamazione, il diritto di critica non può essere invocato a giustificazione della condotta. Inoltre, la comunicazione dell'atto offensivo a più soggetti, come nel caso di invio a un'associazione di consumatori, integra l'elemento oggettivo del reato di diffamazione, a prescindere dall'obbligo di riservatezza o dalle caratteristiche di terzietà del destinatario, essendo sufficiente che l'agente abbia consapevolezza che più persone prenderanno conoscenza del proprio reclamo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
QUINTA SEZIONE PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.:
CALABRESE RENATO LUIGI - PRESIDENTE
DI POPOLO ANGELO - CONSIGLIERE
ROTELLA MARIO - CONSIGLIERE
NAPPI ANIELLO - CONSIGLIERE
VESSICHELLI MARIA - CONSIGLIERE
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) En. Ta. n. il (...)
avverso SENTENZA del 28/04/2004 GIUDICE DI PACE di GROSSETO
visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;
udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal consigliere CALABRESE RENATO LUIGI;
udito il Procuratore Generale in persona del dr. Francesco M. Iacoviello che ha concluso per il rigetto;
Udito il difensore Avv. Pa. Pi.
OSSERVA
Con sentenza 28 aprile 2004 il Giudice di pace di Grosseto dichiarava En. Ta. responsabile dei reati di ingiuria e diffamazione per avere offeso l'onore, il decoro e la reputazione di Fa. Ga. inviando allo stesso e, per conos…

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