Il potere di controllo della Provincia sull'approvazione degli strumenti urbanistici comunali, ai sensi dell'art. 26 della L.R. Marche n. 34/1992, si limita alla verifica della conformità delle previsioni di piano con la normativa vigente e con le previsioni dei piani territoriali e dei programmi di carattere sovracomunale, quali il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) e il Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR). La Provincia, nell'esercizio di tale potere, può legittimamente respingere le varianti al Piano Regolatore Generale (PRG) comunale che risultino in contrasto con gli indirizzi e le prescrizioni contenuti nei piani sovraordinati, senza che il Comune possa far valere in sede di controdeduzioni l'inesistenza o l'irrilevanza dei beni tutelati, qualora gli ambiti di tutela siano già stati fatti propri dal Comune in sede di adeguamento del proprio strumento urbanistico ai piani sovraordinati. Infatti, le eventuali riduzioni degli ambiti di tutela previsti dai piani sovraordinati devono essere adeguatamente motivate dal Comune, non potendo essere introdotte per la prima volta in sede di controdeduzioni ai rilievi provinciali, in quanto ciò contrasterebbe con la natura e la finalità dei piani territoriali di coordinamento. Inoltre, il potere di controllo provinciale non si limita alla sola verifica di conformità, ma si estende anche alla valutazione del dimensionamento complessivo del PRG, in relazione agli indirizzi di sviluppo insediativo contenuti nel PTC. Pertanto, la Provincia può legittimamente respingere varianti comunali che, pur rispettando formalmente le previsioni dei piani sovraordinati, risultino in contrasto con gli indirizzi di sviluppo territoriale delineati dal PTC, senza che il Comune possa far valere esigenze di carattere meramente locale, le quali devono essere valutate in un contesto di area vasta.