Il provvedimento di rigetto della domanda di proroga dell'assegnazione temporanea presso una pubblica amministrazione, adottato ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. n. 254/1999, è impugnabile dinanzi al giudice amministrativo. Il giudice, nell'esaminare il ricorso avverso tale provvedimento, deve verificare la sussistenza dell'interesse del ricorrente, il quale permane anche quando l'Amministrazione abbia successivamente disposto il trasferimento del dipendente presso altra sede, in quanto l'interesse leso dalla mancata proroga non risulta retroattivamente soddisfatto. Pertanto, il ricorso non può essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, ma deve essere esaminato nel merito al fine di accertare la legittimità o meno del provvedimento impugnato. Il giudice amministrativo, nel decidere la controversia, deve applicare i principi di diritto affermati dalla giurisprudenza in materia di assegnazioni temporanee presso pubbliche amministrazioni, valutando la sussistenza dei presupposti di legge per il rigetto della domanda di proroga e l'eventuale sussistenza di vizi di legittimità del provvedimento impugnato, quali la violazione di legge o l'eccesso di potere. La decisione del giudice deve essere adeguatamente motivata, tenendo conto delle peculiarità del caso concreto e delle argomentazioni difensive delle parti.