Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1499 del 11 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1499PEN

Massima

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Il dolo specifico del reato di favoreggiamento della permanenza illegale di stranieri nel territorio dello Stato, previsto dall'art. 12, comma 5, del D.Lgs. n. 286/1998, sussiste quando l'agente, approfittando dello stato di illegalità degli immigrati clandestini, li impiega in condizioni disumane e particolarmente onerose, tali da poter essere accettate solo per effetto della loro mancanza di forza contrattuale. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che l'agente sia il titolare formale dell'attività in cui vengono impiegati gli stranieri irregolari, essendo sufficiente che egli tragga un ingiusto profitto dalla loro condizione di illegalità, indipendentemente dalla titolarità dell'esercizio. La verifica dell'elemento psicologico e dell'ingiusto profitto deve essere effettuata dal giudice di merito sulla base delle risultanze probatorie, le cui argomentazioni sono insindacabili in sede di legittimità se adeguatamente motivate e prive di vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso la sentenza 19 giugno 2012 - Corte di Appello di Salerno;

sentita la relazione svolta dal Consigliere dott. Maurizio Barbarisi;

udite le conclusioni del rappresentante del Pubblico Ministero, in persona del dr. GALASSO Aurelio, sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di u…

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