Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 35266 del 24 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:35266PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso per cassazione avverso la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, è tenuto a verificare la sussistenza dei motivi di impugnazione tassativamente previsti dall'art. 448 comma 2-bis c.p.p., ovvero quelli attinenti all'espressione della volontà dell'imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all'erronea qualificazione giuridica del fatto e all'illegalità della pena o della misura di sicurezza. Pertanto, il ricorso che contenga motivi diversi da quelli indicati, come la mera prospettazione di una ricostruzione alternativa dei fatti o una diversa valutazione giuridica della condotta, deve essere dichiarato inammissibile ai sensi dell'art. 610 comma 5-bis c.p.p., con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/12/2017 del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis)).
RITENUTO IN FATTO
1. Il Gip presso il Tribunale di Busto Arsizio con sentenza del 05/12/2017 applicava ai sensi dell'articolo 444 c.p.p. nei confronti di (OMISSIS) la pena di anni due mesi sei di reclusione in relazione al reato di c…

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