Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18467 del 4 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:18467PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio risponde del reato di peculato anche quando il possesso della cosa oggetto di appropriazione non rientri nelle sue competenze funzionali specifiche, purché tale possesso sia comunque conseguente al suo inserimento di fatto nel maneggio o nella disponibilità della cosa in ragione della pubblica funzione o del servizio svolto, che ne costituisca l'occasione. Pertanto, integra il reato di peculato la condotta di appropriazione o utilizzo indebito di beni o denaro da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, anche quando il possesso di tali beni o denaro non rientri nelle sue competenze specifiche, purché tale possesso sia comunque riconducibile alla sua posizione e alle sue funzioni pubbliche. Il peculato sussiste anche quando il soggetto agente, pur non avendo la competenza specifica per il maneggio di determinati beni, si inserisca di fatto nella loro disponibilità in ragione della propria posizione e funzione pubblica, che ne costituisce l'occasione. La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che il possesso qualificato dalla ragione dell'ufficio o del servizio, rilevante ai fini del peculato, non è limitato a quello che rientra nella competenza funzionale specifica del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio, ma comprende anche quello che si basa su un rapporto che consenta al soggetto di inserirsi di fatto nel maneggio o nella disponibilità della cosa o del denaro altrui, rinvenendo nella pubblica funzione o nel servizio anche la sola occasione per un tale comportamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - rel. Consigliere

Dott. BASSI A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso la sentenza 67/2010 del 23/11/2012 della CORTE DI APPELLO DI MESSINA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere PIERLUIGI DI STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. M.G. FODARONI che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita'.

MOTIVI DELLA DECISIONE

(OMISSIS) propone ricorso avverso la sentenza della Corte di Appello di Messina che il 23 novembr…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.