Il provvedimento di esclusione di un candidato da una procedura concorsuale pubblica, successivamente revocato in autotutela dall'amministrazione, determina la cessazione della materia del contendere, in quanto la riammissione del ricorrente alla procedura selettiva soddisfa integralmente la pretesa avanzata in giudizio. In tali casi, il giudice amministrativo, pur rilevando la fondatezza originaria del ricorso, dichiara la cessazione della materia del contendere e compensa le spese di lite, in considerazione della natura meramente formale della decisione. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'annullamento in autotutela di un provvedimento di esclusione da una procedura concorsuale pubblica, con la conseguente riammissione del candidato, determina la cessazione della materia del contendere, in quanto la pretesa del ricorrente risulta integralmente soddisfatta. In tale ipotesi, il giudice amministrativo, pur riconoscendo la fondatezza originaria del ricorso, dichiara la cessazione della materia del contendere e compensa le spese di lite, in ragione della natura meramente formale della decisione. La massima giuridica si fonda sui seguenti principi e argomentazioni: 1. L'esclusione di un candidato da una procedura concorsuale pubblica, successivamente revocata in autotutela dall'amministrazione, determina la cessazione della materia del contendere, in quanto la riammissione del ricorrente alla procedura selettiva soddisfa integralmente la pretesa avanzata in giudizio. 2. In tali casi, il giudice amministrativo, pur rilevando la fondatezza originaria del ricorso, dichiara la cessazione della materia del contendere, in considerazione della natura meramente formale della decisione. 3. La compensazione delle spese di lite è giustificata dalla natura formale della decisione, in quanto l'annullamento in autotutela del provvedimento di esclusione e la conseguente riammissione del candidato alla procedura concorsuale rappresentano un mero adempimento formale, privo di una reale valutazione nel merito della legittimità dell'atto impugnato. 4. Il principio di diritto affermato dalla sentenza mira a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, evitando che il giudice debba pronunciarsi nel merito su questioni divenute prive di interesse a seguito dell'adozione di provvedimenti in autotutela da parte dell'amministrazione.