Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1221 del 13 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:1221PEN

Massima

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Il giudice, nel pronunciare sentenza di condanna per il reato di minaccia, non può limitarsi a richiamare le fonti di prova senza effettuare un'adeguata valutazione giuridica degli elementi costitutivi del reato, in particolare della natura minacciosa della condotta e dell'elemento soggettivo. Ciò è tanto più necessario quando il contesto e la formulazione della frase non rendono immediatamente evidente il carattere minaccioso. Il giudice è pertanto tenuto a motivare in modo approfondito le proprie conclusioni, non potendosi limitare al mero richiamo delle prove acquisite, al fine di consentire il pieno controllo della correttezza della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 136/2009 GIUDICE DI PACE di MESSINA, del 05/02/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. ((omissis)), ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) propone ricorso per …

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