Il provvedimento con cui il giudice delle indagini preliminari rigetta l'istanza di restituzione delle cose sottoposte a sequestro probatorio non è impugnabile, in quanto il sequestro probatorio, disposto e convalidato dal pubblico ministero ai sensi dell'art. 355 c.p.p., è finalizzato all'acquisizione di fonti di prova e non ha natura cautelare. Il tribunale del riesame, nel dichiarare inammissibile l'appello avverso l'ordinanza di rigetto dell'istanza di restituzione, ha correttamente motivato in merito alla natura probatoria del sequestro, escludendo la configurabilità di un sequestro preventivo impugnabile ai sensi dell'art. 322-bis c.p.p. La tutela avverso il sequestro probatorio è limitata all'istanza di restituzione, la cui reiezione non è autonomamente impugnabile, in quanto il relativo provvedimento non incide sulla libertà personale o reale dell'interessato, ma si inserisce nell'ambito delle indagini preliminari finalizzate all'accertamento del reato. Il giudice del riesame, nel valutare la natura del sequestro, deve tenere conto della motivazione del provvedimento di convalida del pubblico ministero, senza poter sindacare la legittimità del sequestro stesso, che può essere contestata solo attraverso l'impugnazione della sentenza definitiva.