Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43827 del 25 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43827PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la responsabilità penale degli imputati, afferma che le dichiarazioni della persona offesa possono costituire fonte di prova, anche da sole, purché siano valutate in modo complessivo e coerente con gli altri elementi di riscontro, quali referti medici e ammissioni dell'imputato. Tuttavia, per ritenere integrato il concorso morale di un imputato in un reato di violenza, non è sufficiente la mera espressione di commento o disapprovazione dell'azione altrui, essendo necessario accertare un contributo causale effettivo e consapevole alla realizzazione del fatto. La mera connivenza o omissione di intervento, pur potendo essere censurabili sul piano morale, non integrano di per sé gli estremi del concorso nel reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS S. - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2146/2010 CORTE APPELLO di LECCE, del 08/02/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/06/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 8/2/2012 la Corte di …

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