Il provvedimento di concessione demaniale marittima non rientra tra gli atti per i quali può formarsi il silenzio-assenso ai sensi dell'art. 20 della legge n. 241/1990, in quanto tale provvedimento ha natura concessoria e determina l'effetto traslativo in capo al beneficiario di un diritto di uso speciale dell'area demaniale, sottraendola alla sua destinazione naturale di soddisfare esigenze generali della collettività, che non fa parte della sfera giuridica del richiedente. L'art. 20 della legge n. 241/1990 è invece chiamato ad operare con riguardo alle determinazioni provvedimentali di natura autorizzatoria, che sono quelle con le quali la pubblica amministrazione conferisce al soggetto autorizzato la facoltà di esercitare un diritto o un potere che preesiste all'autorizzazione stessa, ma allo stato solo potenziale, la cui espansione resta impedita fino a quando l'autorità competente accerti che sussistano le condizioni per il suo esercizio o, quantomeno, l'assenza di ragioni a ciò contrarie. Inoltre, l'instaurazione di contenzioso da parte del privato circa la delimitazione ai sensi dell'art. 32 cod. nav. del demanio marittimo rispetto al terreno di sua proprietà non configura inadempimento di obblighi in precedenza assunti nei confronti dell'Amministrazione, in quanto il privato non ha mai rinunciato all'esercizio del diritto di azione, ma si è a ciò determinato solo in presenza dell'inerzia dell'Autorità competente ad emettere il formale titolo di concessione, malgrado l'acquisizione di tutti i pareri favorevoli delle amministrazioni interessate e l'assolvimento degli oneri di pagamento e di garanzia posti a suo carico. Pertanto, la sospensione del procedimento di rilascio della concessione demaniale marittima disposta dall'Amministrazione comunale, su sollecitazione dell'Agenzia del Demanio, in ragione del contenzioso instaurato dal privato circa la delimitazione del demanio marittimo, non è assistita da alcuna autonoma motivazione dell'organo competente a provvedere e risulta illegittima.