Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14223 del 8 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:14223PEN

Massima

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Il diritto di critica, tutelato dall'art. 21 Cost., non giustifica espressioni offensive e ingiuriose che travalicano i limiti della continenza e della proporzionalità rispetto all'interesse pubblico o privato sotteso, anche quando pronunciate in un contesto assembleare. Pertanto, l'attribuzione di fatti determinati e gravemente lesivi della reputazione altrui, in assenza di un effettivo riscontro probatorio, integra il reato di diffamazione, non potendo essere scriminata dal diritto di critica, il quale presuppone la veridicità del fatto oggetto di censura. Inoltre, la menomazione dell'onorabilità e della credibilità professionale della persona offesa, tale da indurre l'assemblea a revocarla dalla carica di amministratore, configura un danno morale risarcibile, a prescindere dalla regolarità della convocazione assembleare, in quanto ciò che rileva è l'intensità e la persuasività dell'attacco all'onore della vittima in quel contesto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO G. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 8/2013 TRIBUNALE di VICENZA, del 12/03/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DE AUGUSTINIS Umberto che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) in sost. dell'avv. (OMISSIS) che ha co…

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