Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 44840 del 30 novembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:44840PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La Corte di Cassazione, nell'esercizio del proprio sindacato di legittimità, non può riesaminare il merito della vicenda processuale, ovvero i profili di fatto relativi alla dinamica degli eventi e alle risultanze probatorie, quando il ricorrente si limiti a proporre una diversa ricostruzione dei fatti già valutata e ritenuta non convincente dai giudici di merito. Tali questioni, infatti, attengono all'ambito di discrezionalità e di apprezzamento riservato ai giudici di primo e secondo grado, la cui motivazione, se congruamente e logicamente argomentata, non può essere sindacata in sede di legittimità, se non per vizi di manifesta illogicità, irragionevolezza o travisamento dei fatti. Il giudizio di legittimità, pertanto, è circoscritto al controllo della correttezza giuridica e della logicità della motivazione adottata, senza possibilità di una nuova valutazione del compendio probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio Felice - Presidente

Dott. MARTELLA Ilario Saverio - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RO. ST. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 23/10/2006 CORTE APPELLO DI MESSINA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in Pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOGLIOTTI MASSIMO;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con ricorso per cassazione, depositato…

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