Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 30495 del 2 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30495PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso per cassazione avverso la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, è tenuto a dichiararne l'inammissibilità qualora il ricorrente non abbia dedotto motivi attinenti all'espressione della volontà dell'imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all'erronea qualificazione giuridica del fatto o all'illegalità della pena o della misura di sicurezza, in quanto, a seguito delle modifiche apportate al codice di rito dalla L. n. 103 del 2017, il controllo di legittimità è limitato a tali specifici vizi. Pertanto, il giudice di legittimità, in presenza di un ricorso che non denunci alcuno di tali vizi, è tenuto a dichiararne l'inammissibilità con procedura semplificata e non partecipata, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierlui - Presidente

Dott. CRISCUOLO A. - Consigliere

Dott. VILLONI O. - rel. Consigliere

Dott. GIORDANO E. A. - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. in (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3995/20 del Tribunale di Milano del 13/06/2020;
udita la relazione del consigliere, Dott. ((omissis)).
RILEVATO
che e' stato proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza indicata in epigrafe con cui il Tribunale di Milano in composizione monocratica, previa richiesta concordata con il PM, ha applicato nei confronti di (OMISSIS) ai sensi dell'articolo 444 c.p.p. la pena di due anni e sei mesi di reclusione ed Euro 4.000,00…

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