Il diniego del rilascio del titolo abilitativo alla guida di categoria A3, ai sensi dell'art. 120, comma 1, del Codice della Strada, per insussistenza dei requisiti morali, configura una posizione di diritto soggettivo perfetto del privato, la cui tutela appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, in quanto trattasi di accertamento avente natura vincolata, senza alcuna discrezionalità amministrativa. Tale diniego, infatti, non è espressione di un potere discrezionale della Pubblica Amministrazione, ma di un atto dovuto, regolato da una norma di relazione, che incide direttamente sulla libertà fondamentale di circolazione, costituzionalmente tutelata dall'art. 16 della Costituzione. Pertanto, la posizione giuridica del privato, in tale ipotesi, deve essere qualificata in termini di diritto soggettivo perfetto, non configurandosi alcuna spendita di poteri discrezionali da parte della Pubblica Amministrazione. Di conseguenza, la giurisdizione sui provvedimenti basati sui motivi ostativi di cui all'art. 120 del D.Lgs. n. 285 del 1992 appartiene al giudice ordinario, in assenza di deroghe ai comuni canoni sul riparto della giurisdizione.