Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35706 del 13 agosto 2014

ECLI:IT:CASS:2014:35706PEN

Massima

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L'attenuante della provocazione non ricorre quando la sproporzione tra il fatto ingiusto altrui e il reato commesso è talmente grave e macroscopica da escludere lo stato d'ira o il nesso causale tra il fatto ingiusto e l'ira, essendo irrilevante che il concetto di adeguatezza e proporzione non sia connotato della circostanza attenuante medesima. Inoltre, l'attenuante del concorso del fatto doloso della persona offesa ricorre solo quando sia configurabile un diretto rapporto di causalità tra l'azione dolosa della vittima e l'evento del reato, di cui la condotta dell'agente costituisce una mera concausa, mentre la presunta provocazione ingiuriosa assume il ruolo di mero antecedente indiretto dell'evento lesivo. Il diniego delle attenuanti generiche può essere legittimamente fondato anche sull'apprezzamento di un solo dato negativo, oggettivo o soggettivo, ritenuto prevalente, come la gravità del fatto o i precedenti penali dell'imputato, che sono tra gli indici normativi dettati per la determinazione del trattamento sanzionatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazi - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difensore di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 10/5/2013 della Corte d'appello di L'Aquila;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito …

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