Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18539 del 18 giugno 2020

ECLI:IT:CASS:2020:18539PEN

Massima

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Il reato di truffa continuata si configura quando l'agente, attraverso artifici e raggiri, induce in errore la persona offesa facendole credere di adempiere ai propri doveri professionali, al fine di conseguire indebitamente un profitto patrimoniale. Il reato di appropriazione indebita si realizza quando l'agente, avendo la disponibilità di denaro altrui per uno specifico scopo, se ne appropria senza destinarlo all'uso previsto. Tali reati, pur essendo unificati dal vincolo della continuazione, mantengono la loro autonomia ai fini della prescrizione, che decorre dalla consumazione di ciascuna singola condotta illecita, senza che rilevi il momento in cui cessa la continuazione. Pertanto, i singoli episodi di truffa e appropriazione indebita posti in essere dall'agente in tempi diversi devono essere valutati autonomamente ai fini della declaratoria di prescrizione, senza poter considerare un unico termine prescrizionale riferito all'ultima condotta illecita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Piero - Consigliere

Dott. PAZIENZA - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. PERROTTI Massi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 19/09/2018 dalla Corte d'Appello di Cagliari - Sez. dist. Sassari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per essere i reati estinti per intervenuta prescrizione;
udito il d…

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