Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34685 del 13 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:34685PEN

Massima

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Il reato associativo di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 può essere ritenuto sussistente anche in assenza di una contestualità ideativa e attuativa tra tale delitto e i reati-fine, purché risulti provata la partecipazione diretta dell'imputato all'operazione criminosa, come desumibile dalle risultanze probatorie, in particolare dalle intercettazioni telefoniche analiticamente richiamate nella motivazione. L'accertamento della sussistenza del vincolo della continuazione tra il reato associativo e i reati-fine rientra nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità, ove la Corte di appello abbia adeguatamente motivato in ordine alla mancanza di tale contestualità. Il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito in ordine all'apprezzamento delle risultanze probatorie, trattandosi di censure in fatto inammissibili in sede di ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MARTELLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. ROSSI Agnello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BE. RA. N. IL (OMESSO);

avverso sentenza del 10/05/2006 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARTELLA ((omissis))E;

Udito il P.M., in persona del S.P.G. Dott. IACOVIELLO ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. BE. Ra. detto (OMESSO) ricorre p…

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