Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 14316 del 2024

ECLI:IT:TARLAZ:2024:14316SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo che dispone il divieto di accesso a pubblici esercizi o locali di pubblico trattenimento, ai sensi dell'art. 13-bis del D.L. n. 14/2017, è legittimo solo se sussistono entrambi i presupposti previsti dalla norma: la denuncia, negli ultimi tre anni, per reati commessi in occasione di gravi disordini avvenuti in pubblici esercizi o nelle immediate vicinanze, ovvero per delitti non colposi contro la persona o il patrimonio, aggravati ai sensi dell'art. 604-ter c.p.; e la valutazione che dalla condotta del soggetto possa derivare un concreto e attuale pericolo per la sicurezza pubblica. Pertanto, il mero possesso di un oggetto atto ad offendere, in assenza di elementi che dimostrino il nesso con gravi disordini in luoghi pubblici o privati, non è sufficiente a giustificare l'adozione di tale misura, la quale incide sulla libertà di circolazione e richiede una puntuale motivazione in ordine alla pericolosità della condotta. Inoltre, la pendenza di un procedimento penale per uno dei reati indicati dalla norma non è di per sé sufficiente a legittimare il provvedimento amministrativo, attesa l'autonomia delle valutazioni svolte in sede penale rispetto a quelle ascrivibili alla sfera amministrativa. Pertanto, il provvedimento che dispone il divieto di accesso ai locali pubblici deve essere adeguatamente motivato in relazione alla sussistenza di entrambi i presupposti normativi, non potendo essere fondato sulla mera denuncia per uno dei reati indicati dalla legge, in assenza di una specifica valutazione della pericolosità attuale della condotta del destinatario.

Sentenza completa

Pubblicato il 15/07/2024

N. 14316/2024 REG.PROV.COLL.

N. 01890/2024 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Prima Ter)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1890 del 2024, proposto da -OMISSIS- rappresentato e difeso dall'avvocato Stefano Monti, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Ministero dell'Interno e Questura di Roma, in persona dei rispettivi legali rappresentanti
pro tempore
, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso cui domicilia
ex lege
in Roma, via dei Portoghesi, n. 12;

per l'annullamento

della determinazione della Questura di Roma n. -OMISSIS-, datata -OMISSIS-, a mezzo della quale si è comminato al ricorrente il divieto, valevole per anni un…

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