Il giudice, nel disporre l'aggravamento di una misura cautelare personale a seguito della trasgressione delle prescrizioni inerenti alla misura precedentemente applicata, deve procedere all'interrogatorio di garanzia dell'indagato ai sensi dell'art. 294 c.p.p., al fine di verificare la sussistenza delle esigenze cautelari e la proporzionalità del provvedimento, tenuto conto dell'entità, dei motivi e delle circostanze della violazione commessa. Tale adempimento è necessario anche quando le esigenze cautelari siano state già valutate in sede di prima applicazione della misura, in quanto il mutamento del titolo della misura cautelare (da meno grave a più grave) comporta la necessità di una nuova verifica della persistenza dei presupposti applicativi, attraverso il confronto diretto con l'indagato. Ciò in quanto l'interrogatorio di garanzia costituisce uno strumento essenziale per consentire al giudice di acquisire gli elementi necessari per una immediata valutazione della sussistenza dei presupposti della misura cautelare, ogni qual volta questa venga modificata in peius. Il carattere sanzionatorio della procedura di aggravamento non esclude tale adempimento, ma anzi lo postula, al fine di consentire il corretto esercizio del potere discrezionale attribuito al giudice dall'art. 276 c.p.p. Pertanto, il giudice non può esimersi dall'effettuare l'interrogatorio di garanzia, a pena di nullità del provvedimento di aggravamento della misura cautelare.