Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9666 del 5 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:9666PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice, nel valutare l'applicazione di una misura cautelare, deve considerare tutti gli elementi rilevanti, tra cui l'incensuratezza dell'indagato, il pericolo di reiterazione del reato e la proporzionalità della misura, senza che sia necessario accertare la sussistenza di tutti i possibili pericoli cautelari (pericolo di fuga, inquinamento probatorio). È sufficiente il riconoscimento di un solo pericolo cautelare, come quello di recidiva, per legittimare l'applicazione della misura, anche in assenza di precedenti penali dell'indagato, purché il giudice motivi adeguatamente in relazione al comportamento processuale e alla necessità di imporre una cautela idonea a contenere il rischio di reiterazione del reato. Il giudice non è tenuto a una valutazione analitica di tutti i possibili pericoli, essendo sufficiente una motivazione che dia conto delle ragioni per le quali è stata ritenuta necessaria e proporzionata la misura cautelare applicata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/10/2018 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere SANDRA RECCHIONE;
sentite le conclusioni del PG SANTE SPINACI che concludeva per il rigetto del ricorso;
Il difensore presente avv. (OMISSIS) insisteva per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il Tribunale per il riesame delle misure coercitive di Roma confermava l'ordinanza che aveva applicato al (…

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