Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1306 del 11 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:1306PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p., comma 1, lett. c) (pericolo di reiterazione del reato), deve motivare in modo congruo e logico sulla concreta e attuale probabilità che l'imputato abbia a disposizione occasioni prossime per commettere nuovi reati della stessa specie di quello per cui si procede, tenendo conto delle modalità esecutive del fatto, del comportamento processuale dell'indagato e della sua personalità, caratterizzata da una spiccata inclinazione alla violenza, come desumibile anche da precedenti specifici. Tali elementi, debitamente argomentati, possono giustificare l'adozione di una misura cautelare, anche in assenza di un concreto pericolo di inquinamento probatorio, ove questo risulti assorbito dalla prevalente esigenza di prevenire la reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterin - rel. Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 08/05/2018 del TRIB. LIBERTA' di TARANTO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. CATERINA MAZZITELLI; lette/sentite le conclusioni del PG Dr. ((omissis)) che conclude per l'inammissibilita' del ricorso.
Il Procuratore Generale, nella persona del Sost. Proc. Gen. dott. ((omissis)), ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza, emessa in data 8/05…

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