Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13754 del 10 aprile 2002

ECLI:IT:CASS:2002:13754PEN

Massima

Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di minaccia, afferma che la valutazione delle risultanze probatorie e la determinazione della pena rientrano nell'ambito del libero convincimento del giudice di merito, il quale non è tenuto a fornire una spiegazione logica di ogni singolo elemento di prova, essendo sufficiente che la motivazione sia logica e coerente nel suo complesso. Pertanto, la mera prospettazione di una diversa ricostruzione dei fatti e di una nuova determinazione della pena, senza dimostrare l'illogicità o l'irragionevolezza della decisione impugnata, non è sufficiente a giustificare l'annullamento della sentenza. Inoltre, la declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta la condanna solidale dei ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, in ragione dei motivi dedotti.

Sentenza completa

Il Tribunale di Messina ha condannato M. G. ed O. M. alla rispettiva pena di lire 100.000 di multa (con le ulteriori statuizioni di legge in favore della parte civile costituita) per concorso in reato di minaccia contestato come commesso in danno di I. O. (assolto contestualmente da analoghi addebiti di minaccia e di ingiuria nei confronti del M.) avendo rilevato la sussistenza di rilevanti riferimenti testimoniali confermativi dell'accusa predetta.
Con unico comune atto i ricorrenti espongono tre identiche doglianze di violazione di legge e carenze motivazionali della sentenza impugnata che, secondo quanto sostenuto: 1 -non ha fornito spiegazione logica della svalutazione della versione dei fatti precisata dagli stessi imputati; 2 -ha indebitamente accreditato l'attendibilità dei riferimenti testimoniali assunti dal "teste M.", irrilevanti e contraddittori nella indicazione della percezione delle minacce proferite "a distanza" dal testimone, contem…

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