Il termine di quindici giorni per proporre opposizione a decreto penale di condanna decorre dalla data di notifica del decreto e l'opposizione proposta entro tale termine deve essere dichiarata ammissibile, non potendo essere considerata tardiva. Il giudice è tenuto a verificare la tempestività dell'opposizione sulla base della data di notifica del decreto e della data di presentazione dell'atto di opposizione, senza poter dichiarare l'inammissibilità dell'opposizione per tardività quando questa sia stata proposta nel rispetto del termine di legge. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che il termine per proporre opposizione a decreto penale di condanna, previsto dall'art. 461, comma 1, c.p.p., decorre dalla data di notifica del decreto e l'opposizione proposta entro tale termine deve essere dichiarata ammissibile, non potendo essere considerata tardiva. Il giudice, nel valutare la tempestività dell'opposizione, deve fare riferimento esclusivamente alla data di notifica del decreto e alla data di presentazione dell'atto di opposizione, senza poter dichiarare l'inammissibilità dell'opposizione per tardività quando questa sia stata proposta nel rispetto del termine di legge. Tale principio si fonda sulla necessità di garantire il diritto di difesa dell'imputato e di assicurare il rispetto delle garanzie procedurali previste dalla legge, evitando che l'opposizione tempestivamente proposta possa essere dichiarata inammissibile per meri vizi formali. La Corte di Cassazione, con la presente pronuncia, ha ribadito l'importanza del rispetto dei termini processuali e della corretta applicazione delle norme che disciplinano l'opposizione al decreto penale di condanna, al fine di tutelare i diritti e le garanzie dell'imputato nel procedimento penale.