Cassazione penale Sez. V sentenza n. 57465 del 19 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:57465PEN

Massima

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Il reato di diffamazione tutela l'onore in senso oggettivo, ovvero la reputazione della persona offesa secondo l'opinione del gruppo sociale di riferimento, a prescindere dalla reazione soggettiva della persona offesa. Pertanto, ai fini della valutazione dell'offensività del fatto, non rileva la mancata percezione di offesa da parte del soggetto passivo, essendo invece determinante l'idoneità della condotta a ledere la sua immagine sociale. Tuttavia, il giudice ha l'obbligo di esaminare e motivare adeguatamente le deduzioni difensive, come quelle relative all'esimente della provocazione o alla particolare tenuità del fatto, senza poter omettere il confronto con tali questioni sollevate dalla difesa, pena l'invalidità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 8/6/2017 della Corte d'appello di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. BIRRITTERI Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito per la parte civile l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udit…

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