La misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio, pur incidendo sulle competenze proprie dell'autorità amministrativa, è emessa dal giudice penale per soddisfare le esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p., quali il pericolo di reiterazione del reato, il pericolo di inquinamento probatorio o il pericolo di fuga, e non soltanto per consentire l'esercizio del potere di sospensione da parte dell'autorità amministrativa. La durata della misura interdittiva deve pertanto essere parametrata discrezionalmente alle suddette esigenze cautelari, e non al termine entro il quale l'autorità amministrativa deve concludere il procedimento disciplinare a carico dell'indagato. Ciò in quanto le misure interdittive, pur incidendo sulle competenze amministrative, seguono un regime giuridico autonomo e differente rispetto alle cautele adottate dalla pubblica amministrazione, le quali possono anche non escludere il pericolo di reiterazione dei reati. Pertanto, il giudice penale, nel disporre la misura interdittiva, deve valutare discrezionalmente la sussistenza e la durata delle esigenze cautelari di cui all'art. 274 c.p.p., senza vincolarsi al termine del procedimento disciplinare.