Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10206 del 8 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:10206PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando l'agente, pur senza essere partecipe o concorrere in reati associativi, delinque con modalità idonee ad esercitare una particolare coartazione psicologica sulla vittima, evocando l'esistenza di consorterie e sodalizi criminali amplificatori della valenza criminale del reato commesso. Ciò si verifica quando la condotta dell'agente, per le sue caratteristiche, sia tale da suscitare nella vittima il timore di subire ritorsioni da parte di un'organizzazione di tipo mafioso, anche solo presumibilmente esistente, così da rendere ineludibile il pagamento della somma richiesta. La sussistenza dell'aggravante del metodo mafioso non richiede necessariamente la prova dell'effettiva appartenenza dell'agente ad un'associazione mafiosa, essendo sufficiente che la sua condotta evochi nell'animo della vittima il timore di subire conseguenze negative derivanti dal coinvolgimento di tale organizzazione criminale. Ai fini della valutazione della credibilità delle dichiarazioni rese dalle persone offese, imputate o giudicate in un procedimento connesso o per reato collegato, il giudice deve applicare il principio di cui all'art. 192, comma 3, c.p.p., secondo cui tali dichiarazioni non hanno pieno valore probatorio, ma devono essere valutate insieme ad altri elementi che ne confermino l'attendibilità. Tuttavia, ciò non significa che il giudice non possa, pur all'interno di tale regola di valutazione, muoversi in maniera flessibile, potendo comunque valorizzare la sussistenza o meno di un obbligo di verità del dichiarante ai fini della determinazione dell'entità del riscontro esterno idoneo a confermare l'attendibilità della dichiarazione. Inoltre, il giudice non è tenuto a prendere in esame espressamente ed analiticamente tutte le deduzioni difensive, essendo sufficiente che enunci con adeguatezza e logicità le circostanze ed emergenze processuali determinanti per la formazione del suo convincimento, in modo che risulti l'iter logico seguito per addivenire alla decisione adottata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. VERGA Giovan - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI Pietro - Consigliere

Dott. COSCIONI Giusep - Consigliere

Dott. PACILLI G. A.R - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 5904/2016 CORTE APPELLO di PALERMO, del 17/10/2017;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/10/2018 la relazione fatta dal Consigliere, Dott. GIOVANNA VERGA;
Udito il Procuratore Generale, in Persona della Dott.ssa Ceniccola Elisabetta, che ha concluso per il rigetto dei ricorsi.
Udito per le parti civili:
Avv. (OMISSIS) per Centro Stud…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.