Il provvedimento di annullamento di un'autorizzazione paesaggistica comunale, adottato dalla Soprintendenza competente ai sensi dell'art. 151 del d.lgs. 490/1999, è legittimo qualora risulti motivato in modo adeguato sulla base di una puntuale istruttoria che evidenzi l'incompatibilità dell'intervento edilizio programmato con i valori paesaggistici tutelati, anche in presenza di finalità di eliminazione delle barriere architettoniche. La disciplina derogatoria introdotta dalla legge n. 13/1989 non esclude il potere di annullamento della Soprintendenza, in quanto tale normativa ha carattere eccezionale e deve essere interpretata restrittivamente, senza estendersi fino ad elidere i poteri di vigilanza sui vincoli ambientali conferiti dalla legge all'autorità statale. Pertanto, la Soprintendenza, pur dovendo motivare espressamente sulla prevalenza dell'interesse paesaggistico rispetto a quello pubblico all'abbattimento delle barriere architettoniche, può legittimamente annullare l'autorizzazione comunale qualora riscontri vizi di legittimità, quali la carenza di istruttoria e di adeguata motivazione in ordine alla compatibilità dell'intervento con i valori paesaggistici tutelati.