Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26817 del 19 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26817PEN

Massima

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Il sistema delinquenziale organizzato dai titolari e dipendenti di imprese funebri, con la partecipazione di medici necroscopici e infermieri addetti alle sale mortuarie, finalizzato alla realizzazione di reati di falso e corruzione per ottenere una maggiore celerità nelle operazioni cimiteriali di competenza delle imprese funebri, integra il reato di associazione per delinquere di cui all'art. 416 c.p. Tale associazione, pur articolata in distinti nuclei a seconda dell'attività svolta dai soggetti coinvolti, costituisce un unicum organizzativo-funzionale, essendo riconducibile ad una medesima struttura organizzativa fondata su regole ben precise, puntuale ripartizione dei ruoli e predeterminazione di settori di competenza. Il giudice del riesame, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, può modificare la qualificazione giuridica data dal P.M. al fatto, purché non alteri il fatto storico oggetto dell'imputazione provvisoria, essendo tale fatto il parametro di riferimento ineludibile per la verifica dell'idoneità del materiale investigativo a giustificare il titolo cautelare. Inoltre, il giudice non è tenuto a considerare specifiche deduzioni difensive, quando il compendio delle risultanze investigative sia ritenuto idoneo a giustificare l'addebito contestato, anche in relazione alle ipotesi di reato di falso ideologico di cui all'art. 479 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 26/07/2012 del Tribunale di Napoli in funzione di giudice del riesame;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione del consigliere ((omissis)) BRUNO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. VOLPE Giuseppe che ha chiesto l'annullamento con rinvio relativamente alle esigenze cautelari e rigetto nel resto.

RITENUTO IN FATTO

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