Il Comune, in qualità di titolare del demanio cimiteriale, può legittimamente revocare le concessioni cimiteriali perpetue, in quanto tali concessioni non possono configurare atti dispositivi senza limiti di tempo a carico di beni demaniali. Tuttavia, in caso di revoca di concessioni cimiteriali perpetue, il Comune deve garantire al titolare della concessione revocata, ove questi sia ancora in vita, la riserva di almeno un posto nella tomba gentilizia dalla stessa realizzata, in applicazione analogica dell'art. 98 del D.P.R. n. 285/1990, il quale prevede tale garanzia in caso di soppressione di un cimitero. Tale obbligo di riserva del posto trova giustificazione nell'esigenza di tutelare il diritto al mantenimento del sepolcro familiare, quale espressione del diritto alla sepoltura e del legame affettivo con il luogo di tumulazione dei propri cari, anche in considerazione dell'età avanzata e dello stato di salute del titolare della concessione revocata. La revoca della concessione perpetua, pertanto, è legittima, ma il Comune deve comunque garantire al titolare il mantenimento di almeno un posto nella tomba gentilizia, salvo che non sussistano prevalenti ragioni di interesse pubblico che impediscano tale riserva.