Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13821 del 7 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:13821PEN

Massima

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Il concorso di un soggetto nell'associazione mafiosa può essere desunto dalla sua partecipazione attiva e consapevole agli affari e alle attività illecite del sodalizio criminoso, anche attraverso l'intestazione fittizia di società e la gestione di operazioni economiche finalizzate al rafforzamento del potere e del patrimonio dell'organizzazione, nonché dalla sua conoscenza e dal suo contributo alle pratiche estorsive e usurarie poste in essere dal gruppo mafioso. Tali elementi, unitamente alla comprovata vicinanza e ai rapporti di affari con esponenti di spicco dell'associazione, integrano gravi indizi di colpevolezza per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa, giustificando l'applicazione di misure cautelari personali, anche in considerazione del concreto pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, data la complessità e la ramificazione degli interessi illeciti gestiti dal sodalizio criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. ((omissis)) nell'interesse di:

Ma. Ad. nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Milano del 19.7.2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dr. CEDRANGOLO Oscar, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

osserva:

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con ordinanza de…

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