La questione di legittimità costituzionale degli artt 1 e 2 della legge 20 giugno 1952 n 645, modificati dalla legge 22 maggio 1975 n 152, è manifestamente infondata sia con riferimento alla dodicesima disposizione transitoria che con riguardo agli artt 25, comma secondo, e 3 della costituzione.Non vi è infatti contrasto sotto il profilo del superamento dei limiti del mandato a legiferare, fra i citati articoli di legge e la dodicesima disposizione transitoria perché questa non si riferisce solo agli atti finali e conclusivi della riorganizzazione del partito fascista, ma a tutti quei fatti che possono costituire un apprezzabile pericolo del prodursi di tale evento. Non c'è violazione dell'art 25, comma secondo, perché la fattispecie criminosa di cui agli artt 1 e 2 della legge 645/1952 e successive modificazioni non è generica in modo da sottrarsi al principio di tassatività, e quindi di legalita, ma è anzi chiaramente determinata con l'enunciazione di indici rivelatori della finalità fascista e di un'ampia casistica. Non c'è infine violazione dell'art 3 per la diversa disciplina dei fatti apologetici riorganizzativi del disciolto partito fascista e di quelli semplicemente apologetici di cui all'art 4 legge 645/1952, apparendo la diversità delle pene previste per le citate ipotesi illecite ispirata a criteri non arbitrari o manifestamente irragionevoli.