Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'adozione di una misura cautelare personale, deve effettuare un esame complessivo e congiunto di tutti gli elementi probatori acquisiti, senza limitarsi a una valutazione parcellizzata e parziale degli stessi. La nozione di "gravi indizi di colpevolezza" di cui all'art. 273 c.p.p. non richiede la prova piena del reato, ma solo una qualificata probabilità di responsabilità dell'indagato, desumibile da qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di tale natura, senza dover necessariamente soddisfare i più stringenti criteri di valutazione previsti per il giudizio di merito dall'art. 192, comma 2, c.p.p. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a dare adeguata motivazione in ordine alla valutazione complessiva degli elementi indiziari, in relazione alla logica e ai principi di diritto che governano l'apprezzamento delle risultanze probatorie, senza limitarsi a una mera elencazione degli stessi o a una loro valutazione parcellizzata e parziale. Solo in tal modo il giudice di legittimità potrà verificare la congruenza della motivazione rispetto ai canoni della logica e ai principi di diritto applicabili.