Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49386 del 21 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:49386PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato deve essere valutato in concreto, tenendo conto non solo della gravità dei fatti contestati, ma anche della personalità dell'indagato, del suo precedente stile di vita e delle modifiche intervenute nel suo comportamento successivamente alla commissione dei fatti. Pertanto, il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, non può limitarsi al mero dato temporale della commissione del reato, ma deve compiere una valutazione complessiva della situazione, considerando anche eventuali elementi di segno contrario, come il cambiamento di stile di vita e l'assenza di precedenti penali. Solo una valutazione globale e contestualizzata della pericolosità sociale dell'indagato consente di accertare in modo adeguato la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato, presupposto essenziale per l'applicazione di una misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. ALMA M. Maria. - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Pubblico Ministero presso il Tribunale di Nocera Inferiore, nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza 20/5/2016 del Tribunale per il riesame di Salerno;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. BALDI Fulvio, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio.

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