Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 18218 del 2 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18218PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione della condotta criminosa, ai fini della applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto dalla gravità dei fatti contestati, dalle modalità e circostanze del fatto, dalla personalità dell'indagato e dai suoi precedenti penali, nonché dagli esiti dell'attività captativa, senza che sia necessario l'accertamento di nuovi fatti sopravvenuti rispetto a quelli già valutati in sede di precedente riesame. La custodia cautelare in carcere rappresenta l'unica misura idonea a contenere l'elevato pericolo di reiterazione della condotta, qualora l'indagato, dal proprio domicilio, possa ripristinare i legami con acquirenti e fornitori e quindi riprendere la gestione della piazza di spaccio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BIANCHI Luisa - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - rel. Consigliere

Dott. SAVINO Mariapia G. - Consigliere

Dott. GRASSO Giuseppe - Consigliere

Dott. GIANNITI Pasquale - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto dal:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la ordinanza n. 2722/2015 del 18/12/2015 del Tribunale distrettuale del riesame di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIANNITI Pasquale;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribuna…

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