La revoca della detenzione domiciliare è legittimamente disposta nei confronti del condannato che ne fruisca, in presenza di ripetute e accertate violazioni delle prescrizioni imposte, come l'abbandono ingiustificato del luogo di detenzione, anche prima della definizione del giudizio sul reato di evasione contestatogli. Tali violazioni, che denotano l'inidoneità del condannato a proseguire il regime di detenzione domiciliare, legittimano il provvedimento di revoca da parte del Tribunale di sorveglianza, il quale non è tenuto a dare rilievo alla prospettata intenzione del condannato di fare ingresso in una comunità di recupero per tossicodipendenti, atteso che tale circostanza non può prevalere sulla necessità di assicurare il rispetto delle prescrizioni inerenti alla misura detentiva. La nomina di un difensore di fiducia nel procedimento di cognizione o in quello di esecuzione non produce effetti nel procedimento di sorveglianza, nel quale il Tribunale provvede correttamente alla nomina di un difensore d'ufficio, a cui deve essere notificato l'avviso di fissazione dell'udienza per la decisione in ordine al mantenimento o alla revoca della misura della detenzione domiciliare.