Il Comune può esercitare i poteri inibitori previsti dall'art. 23, commi 1 e 6, del D.P.R. 380/2001 entro il termine ordinario di 30 giorni dalla presentazione della SCIA, decorso il quale residua il potere di annullamento in autotutela ai sensi dell'art. 21-nonies della L. 241/1990. Tuttavia, l'esercizio di tale potere di secondo grado richiede una specifica e adeguata motivazione in ordine all'interesse pubblico concreto che giustifica la rimozione degli effetti favorevoli prodotti dalla SCIA, non essendo sufficiente un mero richiamo alle pertinenti disposizioni di legge violate, ove non emerga con chiarezza la preminenza dell'interesse pubblico tutelato rispetto alla posizione del privato. In particolare, qualora l'intervento edilizio sia stato avviato prima dell'entrata in vigore di una nuova disciplina normativa che ne limita la realizzazione, e il Comune non abbia sollevato altre obiezioni in sede istruttoria, l'amministrazione è tenuta a motivare in modo puntuale e concreto le ragioni di interesse pubblico che giustificano l'esercizio del potere di autotutela, non essendo sufficiente un generico riferimento alla necessità di assicurare l'ordinato assetto del territorio.