Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere concreto ed attuale, non potendo basarsi su meri riferimenti astratti o ipotetici circa il futuro ritorno in libertà dell'indagato. Anche in presenza di una condanna definitiva all'ergastolo o di una detenzione in corso per altra causa, il giudice è tenuto a verificare la sussistenza di elementi specifici e attuali che giustifichino il concreto rischio di recidiva, senza poter presumere automaticamente l'esistenza di tale pericolo. La valutazione deve pertanto fondarsi su una puntuale analisi delle condizioni personali, processuali e detentive dell'indagato, al fine di accertare se permangano effettive esigenze cautelari, con particolare riguardo alla situazione carceraria in cui lo stesso si trova attualmente sottoposto, come nel caso di detenzione in regime di 41-bis dell'ordinamento penitenziario. Solo in presenza di tali presupposti concreti e attuali, il giudice potrà legittimamente disporre una misura cautelare personale, nel rispetto del principio di proporzionalità e del carattere eccezionale della restrizione della libertà personale.