Cassazione penale Sez. V sentenza n. 720 del 12 gennaio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:720PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso è configurabile anche con riferimento a sodalizi criminosi a matrice straniera che, pur senza assumere il controllo di tutti coloro che lavorano o vivono in un determinato territorio, perseguano la finalità di assoggettare al proprio potere criminale un numero indeterminato di persone appartenenti ad una determinata comunità, avvalendosi di metodi tipicamente mafiosi e della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo per realizzare la condizione di soggezione ed omertà delle vittime. A tal fine, non è necessaria la prova che l'impiego della forza intimidatoria del vincolo associativo sia penetrato in modo massiccio nel tessuto economico e sociale del territorio di elezione, essendo sufficiente la prova di tale impiego munito della connotazione finalistica richiesta dalla norma incriminatrice. È sufficiente che i caratteri precipui dell'associazione di stampo mafioso vengano accertati anche solo rispetto ad un ambito territoriale o settoriale circoscritto. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta da indicatori fattuali dai quali, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti propriamente al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, possa logicamente inferirsi la "appartenenza" (il ruolo del partecipe), purché si tratti di indizi gravi e precisi, idonei, senza alcun automatismo probatorio, ad offrire la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo, con puntuale riferimento allo specifico periodo temporale considerato dall'imputazione. In tema di custodia cautelare in carcere disposta per il reato di cui all'art. 416-bis c.p., la presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. può essere superata solo con il recesso dell'indagato dall'associazione o con l'esaurimento dell'attività associativa, mentre il cd. "tempo silente" non può, da solo, costituire prova dell'irreversibile allontanamento dell'indagato dal sodalizio, potendo essere valutato esclusivamente in via residuale, quale uno dei possibili elementi volti a fornire la dimostrazione, in modo obiettivo e concreto, di una situazione indicativa dell'assenza di esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandri - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 13/05/2021 del TRIB. LIBERTA' di L'AQUILA;
udita la relazione svolta dal Consigliere ALESSANDRINA TUDINO;
sentite le conclusioni del PG ORSI Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso, riportandosi alle conclusioni gia' depositate.
udito il difensore, avvocato (OMISSIS), che si riporta ai motivi di ricorso e insiste per l'accoglimento dello stesso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'or…

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