Il diritto di proprietà su un bene immobile ceduto da un Comune ad un Ordine religioso in attuazione dell'art. 8 della Legge n. 848 del 1929 non può essere risolto per il solo verificarsi di una delle condizioni previste nell'atto di cessione, essendo necessario il concorrente avveramento di tutte le circostanze ivi indicate, quali l'abbandono degli stabili e il trasferimento altrove della Comunità religiosa. Pertanto, la declaratoria di decadenza della concessione e l'ordine di immediato rilascio dell'immobile adottati dal Comune in assenza della realizzazione integrale delle predette condizioni sono illegittimi, in quanto contrastanti con il principio di tipicità dei diritti reali e con la natura proprietaria del diritto acquisito dall'Ordine religioso in forza dell'atto di cessione. L'amministrazione comunale, in tali casi, è tenuta a rispettare le finalità di culto e di presenza religiosa perseguite dalla legge, senza poter disporre unilateralmente la risoluzione del diritto di proprietà per il solo verificarsi parziale delle condizioni apposte nell'atto di cessione. Il provvedimento di decadenza, inoltre, deve essere adeguatamente motivato in relazione all'interesse pubblico sotteso, non potendo costituire una misura sproporzionata rispetto alle violazioni contestate.