Il giudice, nel valutare la richiesta di sospensione condizionale della pena pecuniaria, non può negare aprioristicamente il beneficio sulla base della sola considerazione che si tratti di una pena pecuniaria, ma deve invece effettuare una valutazione discrezionale, caso per caso, in base ai criteri di politica criminale che governano l'istituto, ossia verificando se il condannato si asterrà dal commettere ulteriori reati e se la sospensione condizionale possa costituire per lo stesso una controspinta al delitto. Il giudice è pertanto tenuto a valutare la sussistenza di una prognosi favorevole al riconoscimento del beneficio, senza precluderne l'applicazione per il solo fatto che la pena inflitta sia di natura pecuniaria. L'omissione di tale valutazione discrezionale integra un vizio di motivazione che comporta l'annullamento della sentenza, salvo il caso in cui sia nel frattempo maturata la prescrizione del reato, la quale determina l'annullamento senza rinvio della condanna.