Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44381 del 31 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:44381PEN

Massima

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Il comportamento di chi, durante un procedimento giudiziario, riferisce intenzionalmente al difensore della controparte una notizia falsa e diffamatoria, allo scopo di danneggiarne la reputazione, integra il reato di diffamazione, anche qualora la notizia sia riferita in modo indiretto a terzi, ma abbia comunque l'effetto di ledere la reputazione della persona offesa. La responsabilità penale per tale condotta sussiste in capo a tutti coloro che hanno concorso nell'iniziativa di comunicare la notizia falsa al difensore, anche se solo uno di essi ha materialmente richiesto la verbalizzazione, essendo irrilevante l'identificazione di chi abbia dato l'ultimo impulso in tal senso. Il principio di personalità della responsabilità penale non è violato, in quanto la colpevolezza dell'imputato è stata accertata sulla base di una ricostruzione complessiva della sua partecipazione all'ideazione e realizzazione della condotta diffamatoria, e non sulla mera presenza al momento della verbalizzazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza dell'01/10/2012 del Tribunale di Vallo della Lucania;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ZAZA Carlo;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito per la parte civile l'avv. (OMISSIS), che ha concluso per

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