Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27184 del 13 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27184PEN

Massima

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La circostanza aggravante prevista dalla L. n. 203 del 1991, art. 7, può essere integrata non solo dalla prova del metodo mafioso, ma anche dalla finalità di agevolare l'associazione criminosa, che può essere desunta da elementi logici e indiziari, come il successivo avvicendarsi di soggetti diversi nella riscossione dell'estorsione, tutti orbitanti nell'ambito della medesima organizzazione mafiosa. La recidiva, ai fini della sua applicazione, richiede una motivazione che dia conto della riprovevolezza della condotta e della pericolosità del suo autore, desumibili anche dalle modalità di realizzazione delle pregresse condotte illecite in forma concorsuale. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche di cui all'art. 62-bis c.p. può essere motivato non solo sulla base del comportamento processuale dell'imputato, ma anche valorizzando specifici elementi ostativi tratti dai parametri di cui all'art. 133 c.p., senza necessità di un'analitica valutazione di tutte le circostanze dedotte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
3. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/04/2017 della Corte di appello di Catania;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa CALVANESE Ersilia;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa DE MASELLIS Mariella, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio della sentenz…

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