Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46477 del 17 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:46477PEN

Massima

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La pronuncia di espressioni che annunciano l'intenzione di infliggere un male fisico o comunque di compiere atti di violenza, anche se non concretamente realizzabili, integra il reato di minaccia e non quello di ingiuria, non essendo necessario che la minaccia sia seria e concretamente attuabile per la sua configurabilità. Il giudice, nel valutare la sussistenza della minaccia, deve tenere conto del contesto in cui le espressioni sono state pronunciate e dell'idoneità delle stesse a suscitare nel destinatario un ragionevole timore di subire un danno, senza che sia rilevante la proporzione tra le offese reciproche o la provocazione subita dall'autore della minaccia. La qualificazione giuridica del fatto deve pertanto avvenire sulla base della natura e del significato oggettivo delle espressioni utilizzate, a prescindere dalla loro concreta realizzabilità e dalla sussistenza di eventuali rapporti di reciproca offesa o provocazione tra le parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 31/03/2008 TRIBUNALE di VENEZIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FEDERICO RAFFAELLO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Aurelio Galasso che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

Il tribunale di Venezia, con sentenza del 31.3.2008, ha parzialm…

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