Il vincolo idrogeologico, qualora comporti inedificabilità assoluta e sia stato imposto prima della realizzazione delle opere, costituisce un limite inderogabile all'applicazione del condono edilizio, anche qualora le opere non comportino aumenti di superficie o di volume, in quanto la legge non consente di approvare istanze di condono quando le opere si pongano in contrasto con un preesistente vincolo idrogeologico. Il regime di inedificabilità assoluta derivante dall'inclusione di un'area nell'elenco degli abitati da consolidare a totale carico dello Stato, ai sensi del R.D. n. 820 del 1937, permane anche dopo l'abrogazione di tale decreto, fino all'entrata in vigore di una diversa disciplina che consenta la realizzazione di nuove costruzioni, non essendo sufficiente la mera circostanza che il rischio idrogeologico si sia nel tempo ridotto o che sia stata avviata la procedura per la cancellazione dell'area dall'elenco, ove tale procedura non sia stata portata a compimento. In tali casi, l'autorità preposta alla tutela del vincolo non può operare alcuna valutazione discrezionale circa la compatibilità dell'intervento, essendo preclusa l'approvazione dell'istanza di condono.