Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31438 del 2 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:31438PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente l'identità di soggetti e la loro presenza al momento dell'apposizione di firme su atti, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, a prescindere dall'eventuale consenso degli interessati o dalla successiva restituzione di quanto indebitamente percepito. Tale condotta lede la fede pubblica, bene giuridico indisponibile, e integra il reato di cui agli artt. 110 e 479 c.p., anche quando l'autenticazione non sia più obbligatoria per legge, in quanto residua la falsità connessa all'attestazione mendace del pubblico ufficiale. La prova della falsità può essere desunta da accertamenti tecnici, come la perizia grafica che accerti la copiatura con sovrapposizione a ricalco di firme autentiche, senza che assumano rilievo determinante eventuali contraddizioni o lacune nelle dichiarazioni delle persone offese, quando il dato oggettivo risulti incontrovertibile. L'eventuale restituzione parziale di quanto indebitamente percepito non integra l'attenuante di cui all'art. 62, n. 6 c.p., trattandosi di questione rilevante solo in sede di commisurazione della pena e non di configurazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. SCOPELLITI Francesco il 26.4.2006, difensore di VI. An. , nato a (OMESSO), e sul ricorso proposto il 3.5.2006 dall'avv. SINATRA Guido, difensore di CO. Fi. , nata il (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Palermo del 24 marzo 2006.

Letto il ricorso la sentenza impugnata.

Sentita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BRUNO.

Udite le conclusioni del Procuratore Generale, in pers…

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