Cassazione penale Sez. III sentenza n. 3924 del 28 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:3924PEN

Massima

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La coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti è punibile solo se il giudice accerta in concreto l'offensività della condotta, ovvero l'idoneità della sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile. Tale verifica può essere condotta non solo in relazione al quantitativo di principio attivo ricavabile dalle singole piante, ma anche in base ad ulteriori circostanze, come l'estensione e la struttura organizzata della piantagione, dalle quali possa derivare una produzione di sostanze stupefacenti potenzialmente idonea ad incrementare il mercato. Pertanto, la punibilità della condotta deve essere esclusa quando il giudice ne accerti l'inoffensività, nel senso che la condotta sia così trascurabile da rendere sostanzialmente irrilevante l'aumento di disponibilità della droga e non prospettabile alcun pericolo di ulteriore diffusione della stessa. La mera constatazione delle dimensioni significative delle piante e del fatto che una fosse già giunta a maturazione non è sufficiente a comprovare la concreta offensività della condotta, in assenza di adeguata motivazione che dia conto di ulteriori elementi di fatto idonei a dimostrare la potenziale idoneità della sostanza ricavabile a produrre un effetto drogante rilevabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata dalla Corte di appello di Palermo in data 26/6/2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

sentita la relazione svolta dal consigliere Dott. MENGONI Enrico;

sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DE AUGUSTINIS Umberto, che ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza per determinazione del trattamento sanzionatorio.

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