Il reato di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270-quinquies c.p.) richiede che l'agente ponga in essere comportamenti significativi sul piano materiale, univocamente diretti alla commissione delle condotte di cui all'art. 270-sexies c.p., senza limitarsi a una mera attività di raccolta di dati informativi o a manifestare le proprie scelte ideologiche. Ai fini della configurabilità del reato, è necessario che la condotta sia assistita dal doppio dolo specifico, ossia dal fine di commettere atti di violenza o sabotaggio di servizi pubblici essenziali e dal perseguimento della finalità terroristica. La valutazione della prova deve essere condotta in modo logico e conforme ai principi di offensività e di materialità della condotta, senza incorrere in travisamenti probatori. Il giudice può negare il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche sulla base di una motivazione adeguata che tenga conto dell'intensità del dolo, della mancanza di segni di resipiscenza e dello spessore criminologico complessivo dell'imputato, senza incorrere in vizi logici o in una applicazione del diritto penale d'autore.