Cassazione penale Sez. V sentenza n. 685 del 10 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:685PEN

Massima

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La valutazione della credibilità della persona offesa, anche se imputata in procedimento connesso, deve essere effettuata dal giudice in modo rigoroso, tenendo conto del rapporto di animosità eventualmente esistente tra le parti, ma senza che ciò precluda l'attribuzione di valore probatorio alle sue dichiarazioni, qualora siano sorrette da elementi di riscontro oggettivi, quali la certificazione medica e le testimonianze di terzi che abbiano percepito direttamente gli eventi. Ove tali elementi di conferma siano presenti, il giudice può ritenere provata la responsabilità dell'imputato per i reati di minacce, lesioni e ingiurie, anche in assenza di una specifica causa di giustificazione, come la legittima difesa, purché la persona offesa abbia riferito di aver reagito solo per sottrarsi all'aggressione. Il giudice di legittimità non può riesaminare il merito della valutazione probatoria effettuata dal giudice di merito, se questa è sorretta da una motivazione logica e coerente con i dati acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 51/2011 TRIBUNALE di MESSINA, del 09/11/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/12/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO;

Udito il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per prescrizione dei reati.

Udito altresi&…

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