Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33251 del 28 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:33251PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente l'identità della persona legittimata a ricevere una prestazione previdenziale, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico di cui all'art. 479 c.p., a prescindere dall'intenzione fraudolenta o dalla consapevolezza di arrecare un danno, essendo sufficiente la coscienza e volontà della falsità della dichiarazione. La falsa attestazione è infatti addebitabile a titolo di dolo generico, in quanto il pubblico ufficiale ha il dovere di verificare l'identità del richiedente e la corrispondenza tra questi e il legittimato, sicché la difforme indicazione del richiedente rispetto alla sottoscrizione della persona legittimata costituisce un fatto caduto sotto la sua diretta percezione nell'esercizio delle funzioni. Pertanto, il reato di falso ideologico in atto pubblico sussiste anche quando il documento falso sia inidoneo a produrre effetti giuridici, in quanto privo di requisiti essenziali, trattandosi di una falsità "inutile", in quanto l'ordinamento non riconosce alcuna efficacia al documento contraffatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS S. - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 778/2009 CORTE APPELLO di CATANIA, del 04/04/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mario Fraticelli, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 4.4.2014 la Corte di Appell…

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